INCIDENTI IN AUMENTO - Fra le tante insidie delle nostre strade, c’è il rischio crescente di investire un animale, domestico o selvatico. Sempre più spesso i cinghiali, i caprioli e persino i lupi si spingono lontano dalle foreste, e la diffusione delle più silenziose auto elettriche o ibride, di cui si accorgono all’ultimo momento, è un ulteriore problema. L’impatto può ferire o uccidere l’animale, ma anche l’auto (e chi è a bordo) può subire dei danni; nel 2023 si sono registrati 193 incidenti gravi, invece dei 179 del 2022. Ma di chi è la responsabilità?
PAGA IL PADRONE, MA SCAPPARE È REATO - Se un animale domestico (o un capo d’allevamento) causa un incidente, fa fede l’articolo 2052 del codice civile: risponde il padrone, che paga i danni. Il guidatore è chiamato in causa se non dimostra di aver fatto il possibile per evitare l’impatto, ma capita di rado (si fa leva sul comportamento imprevedibile dell’animale). Ma chi guida non deve andarsene: abbandonando il corpo si rischia di innescare altri incidenti e, per l’articolo 189 del codice della strada, se non lo si soccorre scatta una multa da € 421 a € 1.691 (per chi guidava) e da € 85 a € 337 (per gli altri coinvolti nell’incidente).
LA KASKO VI METTE AL RIPARO DAI GUAI - Gli animali selvatici (che nel 2023 hanno causato l’88% degli incidenti gravi) sono di proprietà dello Stato (legge 157 del 1992). Visto che l’Rca obbligatoria rimborsa solo i danni a terzi, in caso di investimento si può intentare una causa per risarcimento danni al titolare della strada. Ma provare la responsabilità dell’ente pubblico o di un gestore privato non è semplice: la disputa (civile o penale) può durare a lungo e per più gradi di giudizio. Per stare tranquilli si può integrare l’Rca con la Kasko (copre tutti i danni, indipendentemente dalla responsabilità e dal tipo di sinistro) o delle tutele specifiche (chiamate, per esempio, “investimento animali”). Dopo l’impatto, in ogni caso, ci si rivolge alla polstrada e al 118. Sta ai sanitari contattare il personale specializzato nella cura degli animali. Ai fini della causa contro l’ente, conviene documentare l’incidente con più foto possibili.
ALLA RICERCA DEL PROPRIETARIO - Cosa fare se l’animale domestico che avete travolto causa danni alla vostra auto ma il proprietario non si fa vivo? Per i cani c’è l’obbligo, entro il secondo mese di vita, di registrare l’animale con un microchip di tracciamento all’anagrafe canina. In questo chip sottopelle, leggibile dal veterinario, sono riportati i dati del proprietario. Per i gatti, l’obbligo di registrazione c’è solo in Lombardia e in Puglia; in tutte le altre regioni è solo volontario. Per i capi d’allevamento (mucche, cavalli, maiali o pecore) esistono appositi sistemi d’identificazione: tagliandino all’orecchio, tatuaggio o chip elettronici. Con questi strumenti è possibile risalire all’azienda proprietaria del capo, che in alcuni casi può addirittura tracciare i movimenti dell’animale.
SCONGIURATE L’IMPATTO - Gli animali sono imprevedibili; se ne scorgete uno in lontananza, rallentate subito e state pronti a fermarvi. Provate pure a suonare il clacson per farlo fuggire, mentre gli abbaglianti di solito hanno l’effetto opposto: teneteli spenti. Se l’animale vi si para davanti all’ultimo istante, frenate al massimo e non sterzate bruscamente: potreste perdere il controllo. Attenti soprattutto di notte o in presenza dei mezzi per lo sfalcio dell’erba: spaventano gli animali, col rischio che attraversino la strada all’improvviso. In caso di investimento, poi, non toccate l’animale ferito: potrebbe mordervi. Aspettate piuttosto l’arrivo del personale qualificato. Infine, segnalate alle autorità i luoghi d’avvistamento; servirà a potenziare la segnaletica di preavviso.
CHI ABBANDONA RISCHIA GROSSO - È in discussione in parlamento un emendamento al codice della strada che inasprisce il reato d’abbandono degli animali domestici. Già approvato in commissione trasporti della Camera dei deputati, è stato proposto dalla Lega. Se un animale causa un incidente con tanto di morti o feriti, il testo dell’emendamento prevede l’equiparazione del reato all’omicidio stradale o alle lesioni personali gravi. In questo caso, la pena potrebbe arrivare fino a sette anni di reclusione. Attualmente, invece, il codice penale (all’articolo 727) prevede per l’abbandono di un animale una sanzione compresa fra 1.000 e 10.000 euro, con le pene accessorie della sospensione o della revoca della patente di guida.
LA TECNOLOGIA CORRE IN AIUTO DEL GUIDATORE - La frenata automatica d’emergenza (da luglio del 2024 obbligatoria in tutte le nuove auto) è un aiuto importante per la sicurezza: rimedia alla disattenzione di chi guida. Negli anni è stata perfezionata: le prime edizioni evitavano solo i tamponamenti, quelle più moderne si attivano anche in presenza di pedoni, ciclisti e, per l’appunto, animali (però, solo di grandi dimensioni). Le utili telecamere a infrarossi si trovano in alcuni modelli della Mercedes, della BMW e del gruppo Stellantis (nelle DS, Peugeot, Citroën e Opel il sistema si chiama Night Vision). La termocamera rileva al buio uomini e animali e li evidenzia nel cruscotto, prima che vengano illuminati. Se non si interviene, c’è la frenata automatica d’emergenza.