FARE CASSA - Da più di 50 anni gli autovelox (nati nel 1972) sono oggetto di discussione. I gestori delle strade (specie i comuni) giustificano la crescente presenza dei controlli elettronici della velocità (autovelox) con la necessità di prevenire un’infrazione che è fra le prime cause di incidenti gravi. D’altronde, spesso viene da pensare che questi strumenti servano ad alcune amministrazioni anche per fare cassa: numerosi i dispositivi segnalati male su tratti dove i limiti paiono irragionevolmente bassi.
Proventi per le multe da autovelox nel 2022 per 17 comuni
CITTÀ | EURO |
Firenze | 23.273.000 |
Milano | 12.979.000 |
Genova | 10.768.000 |
Roma | 6.152.000 |
Bologna | 4.292.000 |
Venezia | 4.208.000 |
Palermo | 4.122.000 |
Potenza | 2.890.000 |
Torino | 2.582.000 |
Ancona | 1.708.000 |
Bari | 1.132.000 |
Trieste | 691.000 |
Trento | 606.000 |
Cagliari | 311.000 |
Bolzano | 108.000 |
Pescara | 50.000 |
Napoli | Napoli |
TOTALE | 75.891.000 |
CODACONS E SALVINI ALL’ATTACCO - A rinfocolare la polemica è stata di recente la Codacons: snocciolando i dati sui proventi da autovelox di 17 fra le città principali (76 milioni di euro nel 2022), ha fatto riferimento a possibili scorrettezze nell’impiego delle postazioni, definendole “trappole”. Dello stesso tenore le affermazioni del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha parlato di “tasse occulte”. Anche per questo, il governo intende riformare il codice della strada con più disegni legge presentati a giugno. E, sempre per prevenire gli abusi in tema di controlli elettronici, mira a creare un Osservatorio sulle multe stradali.
NO ALLE “IMBOSCATE” - Per impedire gli abusi, dal 2000 il ministero dell’Interno ha emanato ben 12 circolari che interpretano le regole sugli autovelox. In queste pagine, trovate un vademecum con i cinque punti principali sui controlli elettronici: non certo per invitarvi a una guida spericolata, ma per aiutarvi a evitare onerose “imboscate”.
MASSIMO |
DOVE |
50 km/h |
Sulle strade urbane |
70 km |
Sulle strade urbane ad alto scorrimento (quelle con lo spartitraffico) se c’è il cartello |
90 km |
Sulle strade extraurbane secondarie |
110 km |
Sulle strade extraurbane principali. Scende a 90 km/h in caso di pioggia o neve |
130 km |
Sulle autostrade. Scende a 110 km/h in caso di pioggia o neve |
L’articolo 142 del codice della strada fissa i limiti massimi (i gestori possono imporre soglie inferiori). Per chi ha la patente da meno di tre anni, i limiti scendono a 90 km/h sulle strade extraurbane principali e a 100 km/h sulle autostrade. Ma gli autovelox non distinguono se chi guida è neopatentato: essere multati per questo motivo è molto difficile.
Le multe variano in base alla gravità dell’infrazione. Tenete conto che il valore rilevato dall’autovelox viene ridotto del 5% (o comunque di almeno 5 km/h). Questo “bonus” (e il fatto che il tachimetro indica una velocità lievemente maggiore di quella reale) rende un po’ meno difficile essere multati. Facciamo due esempi. Se il limite è di 130 km/h, la sanzione scatta solo dai 137 km/h, perché la tolleranza del 5% porta il limite a 136 km/h. Se, invece, il limite è di 70 km/h, il 5% è minore di 5 km/h. Per cui, si è in contravvenzione solo se si superano i 75 km/h effettivi.
ECCESSO DI VELOCITÀ* |
SANZIONE |
TAGLIO PUNTI PATENTE |
SOSPENSIONE PATENTE |
Fino a 10 km/h |
42 euro |
Nessuno |
No |
Da 11 a 40 km/h |
173 euro |
3 |
No |
Da 40 a 60 km/h |
543 euro |
6 |
Da 1 a 3 mesi |
Da 61 km/h in su |
845 euro |
10 |
Da 6 a 12 mesi |
*Agli eccessi di velocità in tabella è già stata sottratta la tolleranza.
RAGGI LASER - Un autovelox emette due raggi laser, distanti fra loro, che vengono interrotti dal passaggio della vettura: tenendo conto di quanto tempo impiega l’auto fra il primo e il secondo raggio, il sistema calcola la velocità. Se è superiore al limite, l’apparecchio scatta una foto alla targa. Altri sistemi, invece, funzionano con un radar.
FISSI E MOBILI - Gli autovelox fissi restano a bordo strada per lungo tempo e sono abbinati a un apparecchio (posto in strutture di metallo o di cemento) che scatta la foto per contestare l’infrazione. Quelli mobili servono invece per postazioni che durano al massimo qualche ora; sono su un piedistallo a bordo strada in presenza delle forze dell’ordine, o in un’auto di polizia locale, polizia stradale o carabinieri.
POSSONO ANCHE SEGUIRTI - Ormai sono chiamati autovelox tutti i dispositivi che rilevano la velocità in un punto preciso, come la pistola telelaser (che può stare sul piedistallo o in mano all’agente). Temuti da chi corre troppo sono anche l’autovelox dinamico, a bordo di pattuglie in movimento, e i sistemi che rilevano la velocità media lungo un tratto: i Tutor in autostrada; i Celeritas in città; i Vergilius sulle strade Anas.
PIÙ CHE ALTRO PER DISSUADERE - Fanno storia a sé gli autobox: si tratta di manufatti in metallo di colore arancione o blu, fissi a bordo strada, all’interno dei quali può esserci un autovelox. Se c’è, l’apparecchio funziona di rado: l’autobox (detto anche Velo OK) viene usato soprattutto con funzione deterrente.
BEN VISIBILI - I gestori delle strade devono anzitutto indicare il limite di velocità col classico “tondo” bordato di rosso, e poi far sì che le postazioni autovelox siano “ben visibili” e comunque “preventivamente segnalate” mediante cartelli o dispositivi luminosi. I cartelli vanno ripetuti dopo ogni incrocio.
DISTANZA DAGLI AUTOVELOX - Fra il messaggio di preavviso e l’apparecchio rilevatore non ci possono essere più di quattro km, mentre non è prescritta una distanza minima: il codice parla genericamente di un valore “adeguato” che consenta di garantire il corretto avvistamento del segnale o del dispositivo luminoso da parte degli utenti. Indicativamente, tra il cartello e l’autovelox ci devono essere almeno 250 metri sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali. Che scendono a 150 metri sulle extraurbane secondarie e (se con velocità superiore a 50 km/h) sulle urbane di scorrimento. E infine a 80 metri sulle altre strade.
FISSO O MOBILE - Se il dispositivo è omologato per funzionare in automatico, senza che le forze dell’ordine fermino l’automobilista, allora la multa viene spedita al proprietario della vettura. In tutti gli altri casi, quando c’è un controllo con autovelox, il verbale dev’essere consegnato nelle mani del guidatore, con diverse eccezioni: polizia e carabinieri possono inviare la contravvenzione al titolare del mezzo se, al momento del controllo, non avevano modo di fermare l’automobilista in sicurezza. Oppure se erano impegnati in altri compiti. Motivi che devono sempre essere indicati con precisione nel verbale. Se la vettura è a noleggio o in leasing, il plico arriva alla società titolare del mezzo in affitto, che poi comunicherà il nome del cliente alle forze dell’ordine. E comunque, tra infrazione e notifica, per legge possono trascorrere al massimo 90 giorni.
A CHI VANNO GLI INCASSI - A installare gli autovelox sono perlopiù i comuni, con la polizia locale, ma anche l’Anas, sulle Statali, attraverso le forze dell’ordine. Quanto alle concessionarie delle autostrade, di solito si accordano con la polstrada. Gli incassi vanno ai proprietari oppure ai gestori delle strade dove sono posizionati gli autovelox.
PUÒ RADDOPPIARE - Contro qualsiasi multa, incluse quelle da autovelox, si può fare ricorso gratuito al prefetto competente nel luogo dell’infrazione entro 60 giorni dalla notifica. Ma attenzione: in caso di sconfitta, la multa raddoppia. In alternativa al prefetto, pagando una tassa di € 43 allo Stato, ci si può rivolgere al giudice di pace competente nel luogo dell’infrazione entro 30 giorni dalla notifica: se si perde, ammenda soltanto confermata.
NON OLTRE 90 GIORNI - In un solo caso, si ha la certezza di vincere il ricorso contro la multa da autovelox: quando il verbale arriva a casa del proprietario 90 giorni dopo l’infrazione (capita, perché i comuni sono oberati di lavoro, dato che ci sono sempre più occhi “elettronici”). Basta opporsi al prefetto.
OMOLOGAZIONE E TARATURA NECESSARI - Altri motivi per ricorrere? Ogni autovelox dev’essere omologato, soggetto a verifica di funzionalità, tarato almeno una volta l’anno, annunciato da segnaletica. Ma è arduo dimostrare che un ente non abbia rispettato queste regole: se avete la convinzione che il gestore sia in errore, potete provarci, opponendovi al giudice di pace.
Monitorare la collocazione di limiti di velocità e autovelox è legale: le stesse forze dell’ordine pubblicano mappe online. Analogamente, sono validi i numerosi strumenti e app che danno quelle indicazioni. Prezioso anche il sistema, di cui alcune auto sono dotate, che rileva il limite di velocità: lo evidenzia nel cruscotto o nell’head-up display. Un aiuto specie ai distratti, che hanno dimenticato la segnalazione a bordo strada. Invece, sono illegali gli strumenti che interferiscono col funzionamento degli autovelox; così come quelli che rilevano se l’apparecchio sia funzionante oppure no: multa di € 782 e possibile accusa di reato.