Le accise sulla benzina fanno parlare di loro ogni qualvolta si registra un aumento del prezzo dei carburanti, oppure quando c’è un cambio di governo, con promesse fatte in campagna elettorale che però non vengono praticamente mai mantenute. Discussioni politiche a parte, prima di capire perché non vengono mai tolte le accise sulla benzina, bisogna capire cosa sono esattamente.
Le accise sulla benzina sono imposte indirette che pesano sui carburanti per autotrazione, come benzina, diesel e gpl (per il metano risulta abbastanza irrilevante). Vengono applicate al momento dell’acquisto del carburante e incidono per oltre la metà sul prezzo finale al consumatore. Nel Decreto Legislativo n. 504 del 26 ottobre 1995, si dà questa definizione di accisa: “L’imposizione indiretta sulla produzione o sul consumo dei prodotti energetici, dell’alcol etilico e delle bevande alcoliche, dell’energia elettrica e dei tabacchi lavorati, diversa dalle altre imposizioni indirette”.
Insomma, in sostanza le accise sui carburanti sono una tassa fissa applicata su ogni unità venduta: alcune sono state introdotte in passato per raggiungere determinati obiettivi specifici, tuttavia, non sono mai più state cancellate, restando in vigore nel tempo. In Italia le accise sulla benzina sono un argomento molto dibattuto, soprattutto si insiste sulla necessità di ridurle per abbassare i prezzi del carburante: l’argomento va molto di moda quando c’è un aumento dei prezzi alla pompa. Fatto sta che nel corso degli ultimi anni, queste tasse sono aumentate a causa del loro elevato gettito fiscale, nonché del loro importante ruolo di disincentivo al consumo eccessivo di combustibili fossili.
Tuttavia, è giusto essere consapevoli che le accise rappresentano solo un elemento del prezzo finale della benzina. I fattori che incidono sul costo del carburante, infatti, sono 3:
Il peso degli ultimi due elementi è molto rilevante: unitariamente, infatti, IVA e accise rappresentano poco più della metà del prezzo finale della benzina (58,2%) e del diesel (51,1%).
Facendo il classico confronto con altri Paesi europei, il peso delle accise in Italia è molto rilevante. La tassazione italiana applicata sul prezzo del carburante, infatti, risulta molto elevata, tant’è che un recente rapporto ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association) datato 2022 indica l’Italia come il Paese europeo con le più elevate accise sul diesel, mentre è il secondo per le accise applicate sul prezzo della benzina (il primo è l’Olanda).
Stando a una rilevazione del MASE (17 aprile 2023), riferita alla media settimanale dei prezzi della settimana precedente (dal 10 al 16 aprile), questi sono i prezzi dei carburanti, con i relativi elementi scorporati:
CARBURANTE (€/1 litri) |
PREZZO |
ACCISA |
IVA |
Benzina |
1,885 € |
0,728 € |
0,340 € |
Diesel |
1,766 € |
0,617 € |
0,318 € |
Gpl |
0,783 € |
0,147 € |
0,141 € |
Le accise sulla benzina rappresentano il 38% del costo totale e l’IVA il 18% (in totale rappresentano il 56%, in media con la percentuale indicata sopra).
Le accise sul diesel pesano per il 35% e l’IVA il 18% (53% il totale finale).
Le accise sul Gpl pesano per il 18% del prezzo finale e l’IVA sempre per il 18% (36% la percentuale complessiva).
Si tratta di numeri molto importanti, che rendono la tassazione sul carburante in Italia tra le più pesanti, se non la più pesante, nel Vecchio Continente.
Eccoci giunti al momento cruciale: quali sono le accise sulla benzina? Nel corso degli anni ne sono state introdotte 19, ma dobbiamo precisare che, come già anticipato, a partire dal 1995, elencarle singolarmente non risulta molto significativo, in quanto tali imposte sono state unificate in una unica somma unitaria, che finanzia le casse dello Stato nel complesso tramite una sola aliquota.
Da qui è consequenziale il ragionamento che porta a smentire ogni ipotesi di selettività dell’accisa da eliminare, visto che in molti discorsi si è sentito parlare di una eliminazione selettiva di queste accise.
Ciò, vista l’unitarietà dell’imposta ormai resa strutturale, diventa praticamente impossibile.
Andiamo ora a elencare le 19 accise che paghiamo attualmente (o abbiamo pagato) sui carburanti:
TIPOLOGIA ACCISA |
IMPORTO |
Guerra d’Etiopia 1935-1936 |
1,90 Lire (0,000981 €) |
Crisi di Suez 1956 |
14 lire (0,00723 €) |
Ricostruzione post disastro Vajont 1963 |
10 lire (0,00516 €) |
Ricostruzione post alluvione Firenze |
10 lire (0,00516 €) |
Ricostruzione dopo terremoto Belice 1968 |
10 lire (0,00516 €) |
Ricostruzione post terremoto Friuli 1976 |
99 lire (0,0511 €) |
Ricostruzione post terremoto Irpinia 1980 |
75 lire (0,0387 €) |
Missione ONU guerra del Libano 1982 |
205 lire (0,106 €) |
Missione ONU guerra in Bosnia 1995 |
22 lire (0,0114 €) |
Rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004 |
0,02 € |
Acquisto autobus ecologici 2005 |
0,0005 € |
Emergenza terremoto in Abruzzo 2009 |
0,0051 € |
Finanziamento Cultura 2011 |
0,0071 – 0,0055 € |
Gestione immigrati dopo crisi libica 2011 |
0,04 € |
Emergenza alluvione Liguria e Toscana 2011 |
0,0089 € |
Decreto Salva Italia 2011 |
0,082 € benzina, 0,113 € diesel |
Emergenza terremoti Emilia 2012 |
0,024 € |
Finanziamento Bonus Gestori e riduzione tasse terremotati Abruzzo |
0,005 € |
Spese Decreto Fare “Nuova Sabatini” 2014 |
0,0024 € |
Quindi, la prima volta che furono introdotte le accise sui carburanti, fu nel 1936, per sostenere le spese belliche e più in particolare per la guerra d’Etiopia.
Come si può intuire, lo scopo originario per cui sono state introdotte queste singole accise è venuto a mancare. Come detto, nel 1995 le accise sono diventate un’imposta unitaria e ogni singola voce ha perso la sua ragion d’essere, mentre con la Legge di Stabilità 2013 sono diventate strutturali.
In Europa è l’Olanda che “vanta” il primato di accise più alte del continente (0,82 euro al litro). Al secondo posto, però, c’è l’Italia con un valore da non sottovalutare (0,73 €/l), che però non si discosta molto da chi occupa il gradino più basso del podio, ovvero la Finlandia (0,72 €/l).
Nella top 3 dei Paesi con le accise più basse d’Europa troviamo a pari merito la Bulgaria e la Polonia (entrambe valgono 0,36 €/l), mentre al primo posto spicca l’Ungheria (0,34 €/l), che ha superato la stessa Bulgaria, la quale primeggiava nel 2022.
Per il diesel, Belgio e Francia inseguono l’Italia, saldamente al primo posto per le accise più elevate. Per quelle applicate sulla benzina, invece, la Francia e la Germania sono fuori dalla top five, ma rientrano certamente tra i primi 10 Paesi.
Di seguito elenchiamo il peso di accise su benzina e diesel e dell’IVA (VAT) su tutti i Paesi europei, stando al già citato report ACEA 2022.
PAESE | ACCISE BENZINA (€/1 l) | ACCISE DIESEL (€/1 l) | IVA |
Olanda | 0,824 | 0,528 | 21% |
Italia | 0,728 | 0,617 | 22% |
Finlandia | 0,721 | 0,493 | 24% |
Grecia | 0,7 | 0,41 | 24% |
Francia | 0,683 | 0,594 | 20% |
Svezia | 0,672 | 0,473 | 25% |
Portogallo | 0,668 | 0,513 | 23% |
Germania | 0,655 | 0,47 | 19% |
Danimarca | 0,641 | 0,437 | 25% |
Irlanda | 0,637 | 0,535 | 23% |
Belgio | 0,6 | 0,6 | 21% |
Estonia | 0,563 | 0,372 | 20% |
Lussemburgo | 0,527 | 0,417 | 17% |
Croazia | 0,515 | 0,408 | 25% |
Slovacchia | 0,514 | 0,368 | 20% |
Lettonia | 0,509 | 0,414 | 21% |
Repubblica Ceca | 0,507 | 0,393 | 21% |
Spagna | 0,504 | 0,379 | 21% |
Austria | 0,482 | 0,397 | 20% |
Lituania | 0,466 | 0,372 | 21% |
Slovenia | 0,445 | 0,464 | 22% |
Cipro | 0,429 | 0,4 | 19% |
Romania | 0,383 | 0,351 | 19% |
Bulgaria | 0,363 | 0,33 | 20% |
Malta | 0,359 | 0,33 | 18% |
Polonia | 0,359 | 0,33 | 23% |
Ungheria | 0,347 | 0,319 | 27% |
Tra le accise sui carburanti più comunemente citate, troviamo senza alcun dubbio quella che finanzia la guerra in Etiopia del 1935-36. Storicamente parlando, nel 1935 Benito Mussolini ordinò l’invasione dell’Etiopia dall’Eritrea: al termine del conflitto nacque l’Africa Orientale Italiana, con l’annessione dell’Abissinia. Durante la guerra morirono 15 mila italiani e 275 mila etiopi. I costi della guerra stimati oggi ammontano a circa 37 miliardi di euro.
Tornando alla nostra accise, per dovere di cronaca va fatta una precisazione: quella per finanziare la guerra in Etiopia fu tolta l’anno seguente.
Un articolo della Stampa del 12 novembre 1936, infatti, recita quanto segue: “Con Regio Decreto Legge, che viene oggi pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale del Regno, la tassa di vendita sulla benzina che in data 21 luglio u. s. era stata già ridotta da lire 361 a lire 240 per quintale, viene ricondotta alla misura normale di lire 161 vigente prima del 30 agosto 1935”. Inoltre, aggiunge il giornalista, “quanto ai nuovi prezzi della benzina, si nota che essi sono un poco superiori a quelli esistenti prima del 30 agosto 1935, data in cui entrò in vigore il primo aumento della tassa di vendita”.