Euro 7: sotto accusa le ruote

Legge e burocrazia
Pubblicato 04 aprile 2023

Tra le norme che regolano le emissioni delle auto dal luglio del 2025 ci sono anche limiti anche per freni e pneumatici.

IL PRIMO PASSO

Dopo lo stop alla vendita di auto con motori a combustione interna nel 2035, dall’Europa arriva un altro tassello per avvicinare gli obiettivi del piano Green Deal (zero emissioni nocive e pareggio fra la CO2 immessa nell’atmosfera e quella assorbita entro il 2050). Si tratta della proposta per la normativa Euro 7, che sarà in vigore per le nuove auto dal luglio del 2025 (e dal 2027 per i mezzi pesanti). Più stringente della 6d attuale, riguarderà tutti i veicoli (elettrici inclusi) e terrà conto anche di inquinanti oggi non valutati, come le polveri dovute all’usura di gomme e freni. Inoltre, verificherà che l’auto resti “pulita” più a lungo (200.000 km invece di 100.000) ed efficiente (per le elettriche e le ibride plug-in, dopo 160.000 km la pila dovrà fornire almeno il 70% dell’energia iniziale).

Rimarcando il fatto che è la normativa più severa al mondo, le case sparano a zero sull’Euro 7: per l’associazione europea Acea comporterà alti costi (col rischio di far sparire dai listini le utilitarie a benzina, perché non converrebbe più produrle) e pochi vantaggi. E se la commissione europea stima in 304 euro l’aumento del costo medio di un’auto, la Volkswagen parla di 3.000-5.000 euro (anche per i nuovi dispositivi di sicurezza obbligatori da luglio 2024).

DIAMO UN PO’ DI NUMERI

  • 39% delle emissioni di NOx nei Paesi dell’Unione europea è dovuta al trasporto su strada (automobili, motociclette e mezzi pesanti).
  • 10% la quantità di particolato (PM 2,5) nell’aria dovuto al traffico. L’altro 90% arriva dall’industria, dal riscaldamento, dalla produzione di corrente.
  • 56% è il calo degli NOx totali emessi da camion e bus da qui al 2035, in base ai calcoli dell’Unione europea, per la stretta normativa.
  • 39% il minore rilascio di polveri sottili da camion e bus previsto entro 13 anni, con l’Euro 7. Con l’Euro 6 (2014-2020) era sceso del 14%.
  • 35% è la riduzione nelle emissioni di NOx dovute alle auto e ai furgoni che l’Ue si aspetta per il 2035, passando dall’Euro 6 all’Euro 7. 
  • 13% la riduzione nel PM totale allo scarico di auto e furgoni entro il 2035, con l’Euro 7. Fra il 2014 e il 2020, già c’era stato un -28%.
  • 25% è il miglioramento nelle emissioni complessive di NOx delle auto fra il 2014 (anno d’inizio dell’Euro 6) e il 2020; -36% per i mezzi pesanti. 
  • 27% il calo del particolato rilasciato dalle gomme e dai freni delle auto e dei mezzi commerciali leggeri grazie alla normativa Euro 7.


LE DIESEL NON AVRANNO PIÙ UN TRATTAMENTO DI FAVORE

Per le maggiori difficoltà tecniche nel “ripulire” gli scarichi, la norma Euro 6 concedeva alle diesel di emettere più NOX (gli ossidi di azoto, che possono causare difficoltà respiratorie). Con la Euro 7, non più: il limite calerà da 80 a 60 grammi/km, come già è per le vetture a benzina. Ci saranno poi dei valori da non superare per altri inquinanti, oggi non trattati. Come le polveri ultrafini e l’ammoniaca (NH3), responsabile dello smog. 


I test su strada, effettuati sui percorsi più diversi tramite misuratori da cui passano i gas di scarico, assicurano che l’auto non rispetti i limiti nelle sole prove in laboratorio.

Restano le verifiche delle emissioni anche su strada, introdotte nel 2018 con la normativa Euro 6d- EMP a seguito dello scandalo del Dieselgate: si scoprì che, nell’uso reale, molti modelli inquinavano decine di volte in più rispetto a quanto mostrato in sala prova durante l’omologazione. Ma anche questi test RDE (Real Driving Emissions) saranno più severi: realizzati a velocità più alte, in un intervallo di temperature maggiore e così via. Cresce anche la durata richiesta in piena efficienza per il veicolo, sistemi anti-inquinamento inclusi: da 100.000 a 200.000 km.

FRENI E GOMME, UNA FABBRICA DI POLVERI

Le polveri sottili dovute ai freni sono il 21% del totale rilasciato dalle auto (dato dell’Ue). Seconda fonte dopo il motore, sono ben visibili dato che una parte si deposita (sotto forma di velo nero) sui cerchi; con l’Euro 7, si parla di introdurre un limite di 7 mg/km (e 3 mg/km dal 2035). Non esiste ancora un metodo di misurazione adeguato per lo sfarinamento del battistrada, ma la ricerca è in corso.


> Qui sopra: contiene lamelle con una carica elettrostatica il dispositivo dell’inglese Tyre Collective che attira e trattiene la polvere di gomma.

Oltre che nell’atmosfera, queste particelle (composte da sostanze tossiche) finiscono nell’acqua. Evitarlo è importante, soprattutto per quelle dei pneumatici. Le sempre più diffuse auto elettriche, pesanti e potenti, stressano molto le gomme; in alcuni casi, l’emissione delle polveri più fini (PM 2,5) e nocive è paragonabile a quella totale delle moderne vetture a benzina o diesel. La buona notizia è che si stanno studiando sistemi non cari che ne evitano la dispersione. E poi, via al riciclo: per esempio, producendo bitume.

LA PILA DEVE DURARE

Dato che si vuole aumentare la fiducia degli automobilisti nelle auto elettriche e ibride plug-in, anche di seconda mano, la proposta dell’Unione europea per la futura norma Euro 7 include dei limiti minimi di durata della batteria. Componente molto costosa, prodotta con grande dispendio d’energia e utilizzando materiali rari. 

Dopo 5 anni o 100.000 km, la batteria dovrà fornire almeno l’80% dell’energia iniziale, e il 70% una volta arrivati a 8 anni o 160.000 km. Sono limiti che non dovrebbero far salire i costi, perché facili da raggiungere già oggi: molte case offrono una garanzia simile per la pila delle loro auto.



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Ritratto di Comparsa
4 aprile 2023 - 19:28
Non ho calcolato le percentali esatte, quindi prendo per buoni i tuoi dati. Faccio solo notare che, già adesso, come si vede dal grafico di Terna, in una giornata di normale produzione, e nonostante la cronica mancanza di acqua, le rinnovabili sono sopra al 40% come produzione di energia, sul totale del fabbisogno italiano. Nei giorni di sabato e domenica, con molte attività produttive chiuse, si supera abbondantemente il 50% già adesso (e siamo ad aprile, figuriamoci a giugno!). A me personalmente rode tantissimo il passo indietro attuale sulle rinnovabili. E pensare che basterebbe tappezzare le autostrade (come progettato in Corea), oppure le linee ferroviarie, i tetti dei capannoni, per raggiungere percentuali ragguardevoli. Invece siamo dediti alla perenne retromarcia.
Ritratto di giocchan
4 aprile 2023 - 23:37
18%. Se in Italia tutte le auto diventassero elettriche dall'oggi al domani, il consumo di elettricità aumenterebbe del 18%, non quintuplicherebbe! Riassumo qui i conti: in Italia abbiamo 39 milioni di vetture. Mediamente un'auto elettrica consuma 15 kWh per 100 km (per dire, dalla prova di alvolante, nel combinato, Tesla Model 3 fa 5,9 km/kWh, ovvero 16.9 kWh per 100km). La percorrenza media delle auto in italia è di 12.000 km all'anno: di conseguenza, un'auto elettrica necessita di 1.800 kWh all'anno, per un totale di 71,7 TWh. Il consumo nazionale (dati Terna 2021) è di 318,1 TWh, da cui il suddetto 18% in più. https://www.vaielettrico.it/se-tutte-le-auto-fossero-elettriche-quanta-elettricita-servirebbe
Ritratto di a4f2
5 aprile 2023 - 13:27
Ti ringrazio per le tue osservazioni, fa piacere sempre piacere una conversazione dai modi pacati. Concordo con ti tuoi calcoli, sono esatti ma aggiungo alcune considerazioni. A mio modo di vedere il paragone va effettuato sulla produzione in Italia di energia elettrica da fonti rinnovabili ovvero: idroelettrica, eolica, geotermica e solare che ad oggi ammonta al 18,36% del totale. Fonte https://www.wecanjob.it/archivio21_quanto-contano-fonti-energia-rinnovabile-italia-mondo_0_811.html Perchè altrimenti qual è il vantaggio di avere auto elettriche se continuiamo a produrre energia da fonti fossili? Dai tuoi calcoli il 18,36% di 318,1 TWh sono 58,4 TWh mentre solo per le autovetture servirebbero, dai tuoi conti, 71,7 TWh ma a questi vanno aggiunti quelli che servono per il trasporto di merci (camion e similari, furgoni, trasporto pubblico ecc) conteggi che ammetto siano complessi. Pensare che nei prossimi anni occorra quintuplicare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (no e-fuel, no biocarburanti) è una stima "spannometrica" ma può essere in difetto o in eccesso, sempre a mio parere.
Ritratto di giocchan
5 aprile 2023 - 15:15
Attenzione a un dettaglio però: nell'articolo che hai postato si parla di "fonti energetiche" in generale, non di "fonti energetiche per produrre corrente elettrica". Per esempio, usiamo in maniera massiccia il metano per riscaldare, e il petrolio per i trasporti. Non è un dettaglio: infatti analizzando la sola corrente elettrica la situazione cambia: "Fonti primarie utilizzate: - Fonti rinnovabili 42,32%, Carbone 5,07%, Gas naturale 48,13%, Prodotti petroliferi 0,88%, Nucleare 0%, Altre fonti 3,60%" (basta prendere una qualunque bolletta della corrente elettrica - per legge deve essere indicato). Probabilmente in questi numeri si tiene conto solo della corrente elettrica prodotta in Italia - c'è comunque dell'energia nucleare che compriamo dall'estero: ad esempio, in Francia ci sono tre centrali vicine al confine che lavorano praticamente solo per noi, mentre Enel possiede due centrali in Slovenia (con cui rifornisce l'Italia). https://www.gse.it/servizi-per-te/news/fuel-mix-determinazione-del-mix-energetico-per-gli-anni-2020-2021 Detto questo: è evidente che quel 18% in più a oggi non esiste, ed è altrettanto evidente che le fonti rinnvabili devono aumentare - considerando che l'idroelettrico è già "spremuto" a dovere, e che l'Italia mal si presta all'eolico e al geotermico, resta il solare. Realisticamente, nel breve periodo l'unica alternativa è comprare più corrente elettrica dove si può produrre col nucleare (ovviamente fuori dal suolo italiano, causa referendum), sostituendola progressivamente con i pannelli solari e sperando che nel lungo periodo (30 anni?) la fissione (probabilmente) venga sostituita dalla fusione (visti gli ultimi sviluppi potrebbe non essere una fantasia).
Ritratto di RaptorF22Stradale
4 aprile 2023 - 15:33
1
Quindi le tesla di oggi sono euro 6 hahaahahaha .
Ritratto di Zonamorta
4 aprile 2023 - 16:02
Per me sono eurosóle... AHAHAHAH AHAHAHAH
Ritratto di Maurino004
4 aprile 2023 - 18:21
1
Ma non avevano una riunione extraparlamentare per dire no all euro 7? O una roba del genere? È così sicuro che ci sia l'euro 7?
Ritratto di Adso da Melk
4 aprile 2023 - 18:30
Le mafie aspettano il grande business dello smaltimento batterie al litio ..per citare uno scambio di battute del grande film Gomorra: " Lei mi assicura che è tutto green ?" ..."Assolutamente...finisce tutto nelle campagne di Marcianise"
Ritratto di ilariovs
4 aprile 2023 - 22:32
Devo dire che ero scettico sull'E7 prima di leggere quest'articolo. Abbattere i NOx é cosa buona, polveri dei freni e dei pneumatici é cosa buona. Il fatto di prolungare la garanzia di buon funzionamento dei dispositivi antinquinamento e delle batterie è cosa buona. C'é una parte che parla della sicurezza informatica che per auto connesse é certamente cosa buona. In buona sostanza, vista nel dettaglio, l'E7 mi pare tratti aspetti reali e importanti.
Ritratto di huskywr240
5 aprile 2023 - 01:45
Quindi le elettriche che stressano di piu' le gomme producono piu' polveri sottili delle termiche, presto saran vietati questi mezzi altamente inquinanti potendo tornare alle piu' ecologiche auto a carburante

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