UN GAS CHE RISTAGNA - Chi guida un’auto a Gpl sa che deve rispettare alcune regole che non riguardano gli altri automobilisti. I parcheggi sotterranei multipiano, per esempio, vietano a questo genere di vetture di arrivare fino ai piani più profondi, permettendo di parcheggiare solo al primo piano interrato. Infatti, nel caso in cui ci dovesse esserci una perdita, il Gpl ristagna al suolo e fa fatica a disperdersi nell’aria: quando si accumula diventa pericoloso perché può causare incendi e forti esplosioni. Ma come si deve comportare chi guida un’auto alimentata a Gpl nel momento in cui deve prendere un traghetto?
BISOGNA DICHIARARLO - Ogni compagnia di navigazione ha regole diverse, ma in generale, se il traghetto ha un ponte scoperto utile per il parcheggio non ci sono restrizioni: l’eventuale gas fuoriuscito verrebbe immediatamente disperso nell’aria. Diverso il discorso per quelle navi, molto utilizzate dai turisti durante le vacanze, che dispongono invece di garage sottocoperta. Innanzitutto quando si deve salire a bordo di un traghetto con un’auto a Gpl (ma vale anche per quelle a metano, anche se per quest’ultimo diversi armatori non applicano restrizioni) è importante comunicarlo: al momento di acquistare il biglietto (molte compagnie obbligano a dichiarare l’alimentazione a gas in questo momento) e all’imbarco. Su alcune navi sono state predisposte aree attrezzate con appositi sistemi antincendio e molte chiedono che il serbatoio sia vuoto o semivuoto e le valvole d’intercettazione chiuse.
NON COSTA DI PIÙ - In ogni caso, non esiste un divieto di imbarco e la presenza di un impianto a gas non comporta una maggiorazione del biglietto per il traghetto, quindi non bisogna nasconderlo per paura di pagare di più. L’importante è, come detto, segnalarlo sempre per consentire una traversata sicura per tutti.