Il servosterzo dell’auto è un sistema di guida assistita che ormai si trova su tutte le auto disponibili sul mercato. Esistono diversi tipi di servosterzo, tra cui quelli più comuni sono idraulico ed elettrico. In questo articolo, oltre a scoprire a cosa serve esattamente, andremo a vedere le differenze tra le due tipologie e come funzionano entrambi e infine cosa bisogna fare quando il servosterzo risulta duro o perfino bloccato.
Per capire cosa sia il servosterzo basterebbe guidare un’auto di qualche decennio fa e poi una di oggi. Nel primo caso faremmo molta più fatica a manovrare il volante, soprattutto quando dobbiamo parcheggiare l’auto, rispetto a oggi. Il servosterzo è infatti un meccanismo che consente di girare il volante senza faticare troppo nelle manovre.
Il servosterzo è molto utile quando l’auto è ferma e deve mettersi in moto per effettuare una manovra di parcheggio o quando si percorre una curva, tuttavia riveste una particolare importanza anche quando si sta viaggiando a una certa velocità. Se la velocità è elevata, infatti, lo sterzo risulta più rigido e ha un’azione frenante, evitando le sbandate, mentre se la velocità è bassa, lo sterzo risulta più agevole da manovrare.
Quindi, in breve, il servosterzo è un sistema di ausilio allo sterzo, che rende più agevole e facile la manovrabilità del volante, riducendo la resistenza dell’impianto e le forze naturali (di gravità quando l’auto è ferma, cinetica quando l’auto è in movimento) a cui il veicolo è costantemente soggetto.
Prima di vedere quanti e quali tipi di servosterzo esistono, andiamo a scoprire il funzionamento base del dispositivo. Quando si manovra il volante, il movimento agisce sullo sterzo il quale viene aiutato da un apposito sistema, che può essere idraulico o elettrico, per poi passare a un riduttore e quindi alle ruote sterzanti.
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, a velocità di bassa intensità il servosterzo ammorbidisce la manovrabilità del volante, mentre a velocità sostenute la irrigidisce.
Dopo aver visto il funzionamento base del servosterzo, andiamo a vedere qual è la differenza tra servosterzo idraulico ed elettrico e come agiscono entrambi per ottenere lo stesso risultato.
Il servosterzo idraulico è noto anche come idrosterzo: questo funziona tramite una pompa ad alta pressione che si attiva quando avviene la sterzata e che invia un olio tramite un tubicino in una delle due camere del cilindro, a seconda del lato in cui gira il volante. Il movimento del volante determina la pressione del liquido, il quale, tramite la sua azione, andrà ad ammorbidire lo sforzo del guidatore impegnato nella sterzata. Il servosterzo idraulico è diffuso principalmente sui mezzi pesanti e, raramente, in auto di grossa cilindrata. L’idrosterzo, infatti, risultando sempre in funzione, consuma di più.
Nel servosterzo elettrico, come facilmente intuibile, al posto della pompa idraulica troviamo un motorino elettrico, che viene gestito da una centralina, e che attraverso un sensore che misura la resistenza opposta alla rotazione, riceve informazioni assistendo lo sterzo e influendo positivamente sulla manovrabilità del volante. Il servosterzo elettrico è meno rumoroso, agevola la guida e consuma di meno rispetto all’idrosterzo. Inoltre, rispetto a quest’ultimo, è largamente più diffuso.
Esiste anche un terzo tipo di servosterzo, ovvero il servosterzo elettroidraulico, che è una sorta di evoluzione dell’idrosterzo. Qui, al posto della pompa idraulica, troviamo un motore elettrico, che ha la funzione di generare la pressione idraulica, gestito da una centralina dalla quale riceve informazioni sulla forza impiegata sulla manovra di sterzo. Il servosterzo elettroidraulico consuma di meno rispetto al servosterzo idraulico, perché l’assorbimento di energia avviene solo quando serve.
A volte capita di entrare nella propria auto, mettere le mani sul volante, provare a girarlo e scoprire che è bloccato. Nessun timore: se succede questo significa che è stato attivato il dispositivo di sicurezza e il volante è bloccato. Dopo aver inserito la chiave e averla girata come per accendere il motore, sarà sufficiente muovere a destra e sinistra il volante, finché non si sentirà uno sblocco e il volante riprenderà a sterzare normalmente.
Se il problema non dovesse risolversi in questo modo, allora ci troviamo di fronte a un’anomalia un po’ più seria riguardante il servosterzo: ad esempio, potrebbe mancare l’olio. In questo caso sarà necessario aprire il cofano e controllare l’olio tramite l’apposita asticella. Se l’olio è presente in quantità sufficiente, allora il problema è un altro: potrebbe essere determinato dalla pressione insufficiente delle gomme, oppure dalla rottura della cinghia di servizio. A ogni modo, soprattutto in quest’ultimo caso e in tutte quelle circostanze in cui il problema non è riconducibile a qualcosa di noto, bisognerà recarsi immediatamente presso l’officina più vicina.
Se il problema dovesse verificarsi mentre si guida, il consiglio è quello di azionare subito le quattro frecce, in modo tale da avvertire gli altri automobilisti che c’è un problema, quindi abbassare la velocità, guidare con prudenza e immettersi appena possibile sul lato destro della carreggiata, quindi frenare, spegnere il veicolo ed effettuare i consueti accertamenti.