PICCOLA PER QUATTRO - La Smart ForFour, variante a quattro porte della piccola citycar, è realizzata sulla stessa base della Renault Twingo, e non ha creato grossi problemi ai suoi proprietari in fatto di affidabilità dei motori: i difetti più ricorrenti si limitano a irregolarità di alimentazione e malfunzionamenti del dispositivo Stop&Start del tre cilindri 0.9 turbo a benzina.
AVANTRENO “TORMENTATO” - Qualche pensiero in più lo ha dato la sospensione anteriore. In 3.416 esemplari, la staffa che sostiene la bielletta della barra antirollio ha mostrato segni di cedimento (c’è stato un richiamo nel 2014), mentre in 6.765 vetture (tutte richiamate nel 2017) il supporto che collega la ruota alla sospensione sinistra si è rivelato difettoso (la rottura avrebbe reso l’auto ingovernabile). Un altro richiamo ha poi coinvolto circa 30.000 esemplari prodotti tra il 2014 e il 2015: il freno a mano tendeva ad aumentare la corsa a vuoto, fino a diventare inefficace. Anche in questo caso, comunque, le vetture in vendita oggi dovrebbero essere ormai a posto.
QUELLE “BIZZE” TECNOLOGICHE - Frequenti, almeno nei primi tre anni, pure le noie all’elettronica di servizio: improvvisi spegnimenti e riaccensioni dello schermo del sistema multimediale e difficoltà nel mantenere la connessione Bluetooth con i cellulari.
LA CRONOLOGIA
2014 - La vettura debutta con un 1.0 a tre cilindri: da 61 CV per la 60 e da 71 per la 70. La youngster (la sola disponibile col motore meno potente) ha cinque airbag (compreso quello per le ginocchia del guidatore) e il “clima”; la passion anche i cerchi in lega di 15”; la sport edition #1 aggiunge l’assetto ribassato di 1 cm e i cerchi di 16”. Le più ricche sono la proxy, col Lane Keeping Assist (segnala i cambi involontari di corsia), e la prime, che offre pure il sistema che avvisa quando la distanza dal veicolo che precede scende sotto il limite di sicurezza.
2015 - Arriva l’allestimento Twinamic (con il cambio robotizzato a sei marce a doppia frizione) per il 1.0 da 71 CV e per il debuttante 0.9 turbo (sempre a tre cilindri) con 90 cavalli. Il 1.0 da 61 CV è disponibile pure nella versione black passion, caratterizzata dalla livrea totalmente nera, ruote incluse.
2016 - A completare la gamma ecco la variante sportiva Brabus Twinamic (anche in versione Xclusive, con gli interni in pelle di serie): il motore è il già noto 0.9 turbo, potenziato in questo caso a 109 cavalli.
2017 - Esce di scena il 1.0 da 61 CV. E debutta la electric drive, con un motore a corrente da 82 CV; l’autonomia dichiarata è di 155 km.
2019 - A novembre, tempo di restyling: la mascherina, più grande, integra i fari fendinebbia. La electric drive è l’unica versione disponibile.
I MOTORI
SECONDO NOI
PREGI
> Finiture - Superiori alla media delle citycar, e ben riusciti gli accostamenti di colore degli interni.
> Guida in città - È favorita dalle dimensioni compatte e dal raggio di sterzata contenuto.
> Praticità - L’abitacolo è ricco di portaoggetti. Tra le soluzioni intelligenti la poltrona anteriore destra richiudibile “a libro”.
DIFETTI
> Bagagliaio - È poco capiente con tutti i posti in uso, e ha la soglia a ben 77 cm da terra.
> Quattro soli posti - L’auto non è omologata per cinque (diverse rivali lo sono).
> Ruota di scorta - Per motivi di spazio, il ruotino non c’è. Se la gomma è molto danneggiata, il kit di riparazione non basta.
I GUASTI PIÙ FREQUENTI
QUALE SCEGLIERE?
Rispetto alla più piccola Smart ForTwo, questa “quattro porte” ha meno successo, anche da usata; comunque, è richiesta. La preferita è la 1.0 da 71 CV, ma anche per la 0.9 da 90 CV l’interesse non manca. Le Brabus da 109 CV, invece, passano di mano con difficoltà. Le versioni più ricche, come la prime, sono le più ambite. Da segnalare anche che la trasmissione automatica, abbastanza diffusa, è sempre assai gradita.
La 90 Turbo Prime che con il tre cilindri 0.9 a benzina offre un buon equilibrio tra consumi e prestazioni. Non ha quotazioni esagerate, neppure nell’allestimento prime (il più generoso, che consigliamo per la dotazione di sicurezza). La Twinamic, col cambio robotizzato, vale € 1.300 in più. Quelle del 2017 di solito sono affidabili. La tassa di possesso (in base all’aliquota nazionale più diffusa) è di 170,28 euro.