CHE AUTO È
Il restyling della prima generazione della Toyota C-HR vede la luce nel 2020: tra le novità più rilevanti segnaliamo le modifiche alla mascherina, ai paraurti, ai fari e ai fanali. La crossover compatta giapponese, disponibile a trazione anteriore o integrale, è rivolta a chi ama distinguersi al volante di una vettura dallo stile originale. Le forme particolari penalizzano però la praticità: i posti dietro sono poco luminosi per via dei finestrini piccoli (e sono oltretutto sprovvisti delle bocchette d’aerazione e delle prese di ricarica). Senza dimenticare il baule non molto ampio in rapporto alle dimensioni esterne (4,40 metri di lunghezza): in modo particolare quello della 2.0 a causa della batteria più grande.
Il sistema ibrido della Toyota C-HR, dolce e regolare a bassa andatura, dà una bella spinta quando occorre più verve e garantisce consumi estremamente contenuti ma quando si chiede tutta la potenza la trasmissione a variazione continua fa salire molto di giri il motore termico. Ricca la dotazione di serie: tutti gli esemplari più recenti hanno l’airbag per le ginocchia del guidatore, il cruise control adattativo, la frenata automatica e il mantenimento di corsia. La piastra di ricarica senza fili per il telefono, però, non era disponibile.
Prodotta dal 2020 al 2023, la Toyota C-HR viene lanciata in due versioni ibride full a benzina, spinte da un 1.8 da 122 CV e da un 2.0 da 184 CV.