CHE AUTO È
Con l’ottava generazione, la Volkswagen Golf non rivoluziona il suo aspetto, mantenendo le proporzioni e i volumi del modello precedente. Non cambia la fisionomia del frontale, che conserva una mascherina sottile, seppur completamente nuova e più larga, e nemmeno quella del profilo, dove si nota il classico montante robusto posteriore. Tuttavia, l’immagine generale è più sportiva, grazie anche ai fari anteriori e i fanali più sottili e allungati, il cofano con due evidenti nervature e il paraurti anteriore avvolgente, mentre dietro le fiancate si allargano appena sotto ai finestrini.
Una svolta arriva all’interno della Volkswagen Golf 8, dove si trova una plancia morbida nella parte alta che prosegue nei rivestimenti delle porte. Spiccano i due schermi del cruscotto e del sistema multimediale ben raccordati tra loro: nella configurazione più ricca il primo di 10,3” si unisce al secondo di 10” (quello di serie è di 8,3”), tanto da sembrare un’unica superficie. I pulsanti fisici sono sostituiti da comandi tattili e vocali. L’ambiente è curato e spazioso: solo il posto centrale del divano è un po’ scomodo. Tanti i portaoggetti e buona la capacità del baule, con il fondo che si può fissare su due posizioni in altezza.
Tra i propulsori tradizionali della, non ibridi, a benzina della Volkswagen Golf ci sono il 1.0 TSI a tre cilindri turbo da 110 CV e il quattro cilindri 1.5 TSI da 130 e 150 CV, gli ultimi due disponibili anche in versione ibrida leggera (quello da 150 CV proposto anche con l’alimentazione a metano). Ci sono poi le due Golf ibride ricaricabili, entrambe con un motore elettrico abbinato a un 1.4 a benzina: 204 CV per la eHybrid e 245 per la GTE. Ha 245 CV anche la Golf GTI, con il 2.0 turbo a benzina (nel 2021 per qualche mese è disponibile anche in l’edizione speciale Clubsport, con 300 CV). C’è poi la sportivissima Golf R, con il “duemila” da 333 CV. Più snella la gamma dei diesel, che propone tre versioni del 2.0 TDI: da 116, 150 o 200 CV (l’ultima riservata alla GTD).