La Mitsubishi Colt è la Renault Clio con lievi modifiche estetiche, principalmente al frontale (il costruttore giapponese e quello francese fanno parte di un'alleanza) e con una garanzia estesa (ai due anni obbligatori per legge si aggiunge un triennio, a patto di non superare i 100.000 km). La Colt è una piccola a cinque porte piuttosto personale (quanto meno davanti, con le luci diurne a freccia) con un abitacolo abbastanza spazioso e molto curato. Il cruscotto digitale (di 7", o di 10" nella versione più accessoriata) si abbina a un impianto multimediale riuscito (soprattutto quello della più lussuosa instyle, con schermo di 9,3 pollici invece che di 7). La dotazione è motlo buona in rapporto ai prezzi.
Tutte le versioni hanno il "clima", i retrovisori regolabili elettricamente, la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento di pedoni e ciclisti (anche di notte) e il sistema di mantenimento in corsia, oltre al cruise control. Previsti anche, per le versioni più lussuose, i sensori per l’angolo cieco dei retrovisori e addirittura la guida semiautonoma: regola velocità e distanza dagli altri veicoli, e tiene l’auto al centro della corsia (a patto comunque di avere almeno una mano sul volante). Abbastanza buona la capienza del bagagliaio, se si esclude l'ibrida. Il piano di carico può essere regolabile su due livelli, ma resta ad almeno 15 centimetri sotto la battuta del portellone (che è distante ben 78 cm da terra).
La guida della Mitsubishi Colt è precisa e gradevole, con un buon comfort e, in generale, consumi contenuti. Le prestazioni sono buone per la 1.0 turbo a tre cilindri e la 1.6 full hybrid (ma il cambio robotizzato di quest'ultima è poco pronto nella risposta), mentre la 1.0 senza turbo è fiacca, soprattutto ai bassi regimi.